Il parto è mio e lo gestisco io!
L’incipiente medicalizzazione della gestione della gravidanza e del parto hanno determinato la falsa convinzione (pregiudizio) in molte donne della necessità di doversi “affidare” a un medico o a un’ostetrica per poter partorire. Questo atteggiamento mentale negativo di “rinuncia” svaluta intimamente la Forza Vitale, l’autostima e la fiducia della gestante nelle sue straordinarie capacità innate di “dare alla luce” il proprio figlio, come fa da milioni di anni.
In realtà l’abilità umana di partorire naturalmente e spontaneamente rappresenta uno dei meccanismi fisiologici di sopravvivenza più antichi e collaudati dell’esistenza, guidata dallo schema corporeo dell’endoderma, la parte più antica del cervello. Partorire è una consuetudine atavica come mangiare, dormire, convivere...
Potremmo mai pensare di delegare qualcuno per eseguire questi atti fisiologici primordiali per noi? Può “dormire o mangiare” il medico al nostro posto? No, certamente! E allora come può partorire al nostro posto? Come possiamo pensare di “affidare” il nostro parto a qualcuno?
Per un parto ottimale la donna dovrebbe allontanarsi e isolarsi dal “rumore di fondo del quotidiano”, riscoprendo e utilizzando la Forza Vitale della sua Essenza Universale a cui indissolubilmente appartiene e ne custodisce l’energia.
Niente e nessun traguardo possono intimorire o essere impossibili! Il tempio e la guida del parto sono il proprio “mentecorpo”, libero da ogni condizionamento ed esiziale pregiudizio.
Non partorirai col dolore!
Il preconcetto più diffuso e deleterio associato al parto è l’identificazione delle contrazioni uterine col dolore! Dolore evocativo di paura, pericolo. Maledizione biblica certificata nelle Sacre Scritture: “Tu donna partorirai con dolore!”. In realtà siamo di fronte a una delle mistificazioni più clamorose della storia dell’umanità: la traduzione esatta rivela l’accezione di “fatica”, non dolore! L’interpretazione esatta della parola ebraica “ètzev” è fatica, sforzo, impegno importante e gratificante, non dolore che implica tutt’altra suggestione emozionale mentale! Il parto, al contrario, è l’esperienza emozionale più faticosa e impegnativa ma allo stesso tempo più fantastica e gratificante che converte la femmina in donna matura e madre del genere umano.
La gravidanza e il parto rappresentano il tempo della completa maturazione della personalità e della presa di coscienza degli alti fini della propria esistenza per ogni donna.
Il parto ha insito in sé l’ambivalenza della dualità della vita: il “dare alla luce” un bambino da parte della madre e lo shock della “rinuncia all’eden” da parte del bambino “costretto” a intraprendere il faticoso cammino della dura realtà dell’evoluzione.
La gravidanza è l’esperienza più straordinaria che la vita può offrire e che solo alle donne è dato sperimentare, un’evenienza così prodigiosa da poter essere percepita nella sua incommensurabile miracolosità persino come inquietante e misteriosa.
Giovanni Alvino
04/11/2020